martedì 9 marzo 2010

Settimana di passione

Dopo l'ultima giornata siamo rimasti a quattro punti dai cugini. Se questo è un fatto di per se positivo, data l'oggettiva maggiore difficoltà ipotetica del nostro turno, ancor più positivo è il segnale di compattezza, forma fisica e pafronanza della partita che la squadra ha fornuto a Roma.

Ai punti meritavamo di vincere, ovvio che nel calcio questo non conta, piuttosto contano tante buone azioni concluse con tiri imprecisi che spesso nemmeno hanno sfiorato lo specchio della porta.
Però siamo stati padroni del gioco e questo a Roma, contro questa Roma, non è affatto semplice.

Al contrario i cugini hanno giocato contro il Genoa una partita scialba e svogliata. Continuano ingenuamente a sperare che il Carletto ci possa fare l'ultimo favore, che oltre a scongiurare sul nascere pericoli che non rientrano nelle ipotesi da me preventivate di cuginastri vincenti in Europa,possa anche fungere fa calamità di sciagure psicologiche dentro i nostri confini.
Pensando a noi mi sembra che la decina di punti sulla quarta rappresentino un buon viatico per sperare in un comodo piazzamento Champions.

E ora sotto con il Manchester ben consapevoli che occorre un miracolo. Questo è un Milan buono, a tratti ottimo, che è andato oltre le più rosse aspettative in questa stagione.
Ma non credo sia attrezzato per i miracoli. Quindi...

VAN

3 commenti:

mauri ha detto...

Azzardo un pronostico: 3-0 per loro

mauri ha detto...

Non disperiamoci.

C'è chi con Kakà e CR9 esce come noi agli ottavi...

Saint Just ha detto...

Un patetico ed evanescente Milan senza qualità viene punito severamente dal rustico e splendido Manchester che bada al sodo e ci bada molto bene: quattro a zero, no comment. Il risultato parla da sé. Povero Milan: squadra, in fondo, disperato specchio dell’Italia di oggi e dei suoi governanti parolai, pure essi senza qualità e senza nerbo, salvo quando serve per ficcare le mani nel denaro di tutti noi. Leonardo, l’allenatore milanista, ha cercato alla vigilia della partita di vendere fuffa, promettendo la mission impossible. Come, del resto, fa da sempre il nostro premier che, guarda caso, è anche il padrone del Milan. Sul campo, però, a differenza che in politica, le parole e le buone intenzioni non bastano: perchè per vincere bisogna segnare gol, non annunciarli. Non è stata una sconfitta umiliante e dolorosa, ma una sana lezione. Di calcio, di stile sportivo, cioè di civiltà – nello stadio moltissimi gli striscioni, nessuna scritta offensiva. Una notte, quella di Rooney, da Pallone d’Oro. Quella del Milan, da Pallone Gonfiato.

Leonardo Cohen Repubblica