
Si vocifera che il Milan, per allontanare Kaka dalla grossa tentazione del super ingaggio di 10 milioni di euro che il Real Madrid è pronto a sganciare, sia pronto a ritoccare il già alto stipendio di Ricky, portandolo da 6 milioni a 6.5 milioni più premi.
La differenza non è nemmeno moltissima, ma il problema sta nel concetto.
Innanzitutto questo significherebbe alzare il tetto ingaggi del Milan che era fissato ad un massimo di 6 milioni. Si andrebbe controcorrente alla politica di riduzione stipendi degli ultimi anni.
Il problema più grosso però è che bisogna fare in modo che il coltello dalla parte del manico lo abbiano le società, altrimenti tutti gli anni qualche "stella" verrà corteggiata dai grandi club stranieri e tutti gli anni si sarà costretti ad alzare lo stipendio per non farle andar via.
Kaka ha un contratto fino al 2011. Deve e ripeto deve (da qualche nuova legge) essere costretto a rispettarlo alla cifra per la quale ha firmato.
Insomma...più potere alle società e meno ai calciatori, soprattutto ai loro procuratori che sono la vera feccia che rovina il calcio.
Basten
9 commenti:
Su Kakà ribadisco solo quanto detto nel post precedente: il suo silenzio è abbastanza significativo. Galliani può dire quello che vuole ma basterebbero 2 parole chiare dette da Kakà e la questione sarebbe chiusa. Il fatto che non le dica evidentemente significherà qualcosa e temo che entro fine agosto capiremo che cosa..
Sulle norme relative ai trasferimenti dei giocatori penso che un ritorno al passato in cui le società detenevano i cartellini dei giocatori sia impraticabile.
Dalla sentenza Bosman a scadenza di contratto i giocatori divengono proprietari dei cartellini e con le nuove norme sull'anticipo dello svincolo lo diverranno ancora prima.
E' comuqnue un trend irreversibile e anche le figure dei procuratori ci saranno sempre, perchè un giocatore è mediamente troppo ignorante per poter curare i propri interessi. Al limite si può regolamentare meglio la loro operatività ma forse non è nell'interesse di nessuno, visto che nel calcio circola moltissimo nero e spesso circola intorno al loro operato.
I tetti salariali per me hanno senso solo se imposti a tutti all'interno di un sistema sportivo chiuso, come potrebbe essere la uefa e come accade negli usa.
Altrimenti ci sarà sempre il furbo di turno, alla Moratti o alla Calderon, che alza la posta degli ingaggi e siccome i soldi fanno gola a tutti, i più forti saranno sampre attratti...
Ma come abbiamo visto e sanno bene i cugini, con i soli soldi non si vince matematicamente e quindi se ad es Kakà vuole davvero andare verso i 10 mln netti/anno beh allora che vada, ma...a peso d'oro!
E come lo sostituisci Kakà ? Con una accozzaglia di mercenari ultratrentenni di quelli che piacciono a Galliani, con il finito Cannavaro e con quell'innominabile di Cassano ?
Credo che la Uefa debba inserire, come negli Usa, il "salary cap", che peraltro potrebbe anche fare molto comodo alle società europee.
Anche perchè un campione dove volete che vada a giocare, fuori dall'Europa ?
Non essendovi concorrenza extraeuropea, potrebbe funzionare veramente.
E' OVVIO che Kakà è insostituibile.
E' OVVIO che l'accozzaglia di mercenari a fine carriera non va bene neppure per sostituire Kalac.
Il "salary cap" come avevo detto precedentemente, funziona se è obbligatorio per tutti: ma poichè le regole le fanno i più forti, che sono anche quelli meno interessati ai tetti salariali, la cosa non si risolverà facilmente.
Cercando di essere realisti, il dopo Kakà è uno scenario cui, piaccia o non piaccia dobbiamo iniziare ad abituarci.
Sertuner ha ragione. I quattrini hanno un richiamo irresistibile (anche per Kakà che già ne becca tanti).
Quindi, o il Silvio decide di competere con i vari Moratti, Calderon, Abramovich e strapaga Kakà oppure cari amici rossoneri ogni volta che avremo un campione in casa dovremo rassegnarci prima o dopo a perderlo.
La vicenda Sheva dice chiaramente quali sono le intenzioni della società in questi anni.
Con Kakà mi comporterei così:
Ha firmato fino al 2011 e fino a quella data resta a Milano.
Se "rompe", spedirlo in tribuna.
Tutto ciò genera 4 effetti:
1-Kakà si rassegna e per non sparire dal panorama internazionale si mette il cuore in pace e gioca senza fare storie
2-A scadenza il Milan non vede il becco di un quattrino
3-Nessuna stella (o presunta tale) verrà mai più a giocare da noi
4-Avremo, in futuro, solo giocatori che pensano a giocare e non a ricattare il loro benefattore
5-Ci vedremmo costretti a puntare sui giovani scoperti in casa.
probabilmente il destino di kaka è segnato e se non andrà via già questa estate sarà solo perchè Berlusconi, memore della faccenda sheva e del suo "non accadrà mai più", gli sgancerà qualcosa per tenerlo ancora un solo anno e non smentirsi con tutti i tifosi.
Bisogna rassegnarsi, il problema sarà...come verrà sostituito? Come verranno investiti i soldi ricavati? Visti i precedenti non mi sembra che i nostri dirigenti in questo senso sappiano operare al meglio, puntanto spesso su nani e ballerine (Ronaldinho) buone per il marketing più che per il rendimento in campo.
Concordo in pieno sul salary cap perchè se valesse per tutta europa (intervenga la uefa) garantirebbe il 99% del mercato. Non credo infatti che un campione europeo ma anche sudamericano, abbia intenzione e voglia di giocare nel campionato messicano.
E' innegabile che la sentenza bosman abbia dato troppo potere ai giocatori e ai procuratori. Bisogna far tornare a valere i contratti.
A proposito Serturner, dici che i giocatori sono ignoranti per autogestirsi, però a vedere certi procuratori....i nomi non li faccio ma sono facilmente riconoscibili procuratori che non sanno nemmeno articolare un pensiero in lingua italiana. Altro che ignoranti...:)
Comunque ci vogliono tanti Lotito, se tutti facessero come lui i calciatori abbasserebbero la cresta. Certo alla lazio è più facile spedire la gente in tribuna che nel milan, comunque su questo lotito ci sa fare.
Pianista, ti ricordo che quando i cartellini erano di proprietà delle sole società, Boniperti faceva firmare i contratti in bianco quando convocava un giocatore nel suo ufficio e in caso di "problemi" gli prospettava la cessione a club di serie inferiori...
Certo, oggi c'è l'eccesso opposto ma il principio comunitario della libera circolazione dei lavoratori, ha ispirato e ispirerà sempre più le norme anche nel calcio.
Circa i procuratori, hai ragione tu, basti pensare ai vari Ca....do tuttavia in quei casi evidentemente i "mezzi" a loro disposizione hanno fatto e fanno la differenza. Le cose comunque oggi stanno cambiando e ci si sposta verso la formazione manageriale.
E comunque finchè le loro provvigioni saranno a percentuale sulle compravendite (di cui una buona parte in nero), è OVVIO che spingeranno sempre ed in continuazione per muovere a turno i loro assistiti.
Diciamo che oggi dopo 3 anni di contratto trattenere un calciatore forte è quasi impossibile e se non vuoi perdere tutto il capitale investito (come ha ben descritto mauri) devi ricomprare il calciatore con un prolungamento contrattuale di entità paragonabile alle offerte ricevute dagli altri club.
Quindi la cessione del Kakà di turno diventa STRATEGICA per l'equilibrio finanziario di un club e per poter rimanere competitivi sapendo bene reinvestire i ricavi (cosa NON fatta lo scorso anno...)
L'ignoranza media dei calciatori è un dato statistico inequivocabile dovuto principalmente alla giovane età in cui abbandonano gli studi per dedicarsi al professionismo.
Finalmente, giorni fa, in un articolo di giornale ho trovato una constatazione intelligente.
In ambito europeo, le squadre italiane oramai, per capacità finanziarie ed organizzative, sono gli omologhi delle varie Lazio e Fiorentina del campionato italiano ( forse tranne l'Inter per la insolente attitudine di Moratti a spendere montagne di soldi ).
Partendo da qui dobbiamo tirare le conclusioni, spiegandole anche ai tifosi.
Ciò significa che bisogna puntare sui giovani.
I numeri 1 non li compri più, anche perchè costano ed i soldi li hanno soprattutto inglesi e spagnoli.
Devi saper trovare quindi dei giovani che diventino i numeri 1 ( vedi Sheva e Kakà ), sapendo poi che sei destinato a perderli anche perchè, oltre al discorso soldi, ci sono altre questioni.
Ad esempio c'è la possibilità per questi giocatori di vivere in città meravigliose come Londra o vive come Madrid, e non cessi provinciali come Milano o Torino.
E, fermo restando la possibilità di giocare in Champions, i numeri 1 preferiscono giocare nel bellissimo campionato inglese ( con anche molte meno pressioni ) od in quello spagnolo ( con spazi e marcature molto più larghi ), anzichè rischiare le gambe in partitacce orrende del campionato italiano perseguitati da picchiatori con la complicità dell'incapacità degli arbitri.
Ripeto, puntare sui giovani, e MAI sui famosi ultratrentenni che piacciono tanto a Galliani, ammalato di gerontofilia calcistica.
io concordo con tutti voi, ci terrei però a sottolineare che se la sentenza bosman è una strada ormai irrinunciabile si deve trovare un contrappeso per sminuire il potere di giocatori e procuratori.
Sul problema kaka. Cederlo magari tra un paio di anni, può essere strategico se i soldi intascati verranno investiti al meglio. Se poi a questo si abbina una seria politica sui giovani si può bilanciare anche una cessione dolorosissma come kaka, magari con solo un paio d'anni di ridimensionamento internazionale.
(del resto è già accaduto nell'epoca Zac).
Però, vi domando, la società milan vuole tutto questo? Sa attuare le strategie giuste?
Guardando al passato direi di no.
Considerando quali sono le priorità conclamate, sia in termini di trofei che in termini di acquisti, sia in termini di gestione da "grande famiglia" di allenatore e giocatori, non mi sembra che i nostri dirigenti siano i più adatti per intraprendere strade tipo quelle che la juve intraprese con zidane, rifacendo grazie alla sua cessione, una squadra migliore.
Comunque se la dirigenza con serietà parlasse chiaro, in tutto e pertutto, progredendo in una seria politica di giovani (che poi possono anche essere validissimi 23-25enni non perforza 17enni sbarbati) pur ridimensionando gli obiettivi, io sarei contento.
Vedendo alla base buona volonta, scelte corrette, serieà e onestà intellettuale, ci si può divertire anche non vincendo sempre.
Concordo assolutamente nel considerare il campionato italiano molto meno attraente di campionati quali l'inglese e lo spagnolo.
La fuga dei giocatori più forti verso quelle mete sarà inarrestabile.
Puntare sui giovani è una soluzione, ma qui da noi nelle piazze più importanti diventa difficile farlo, anche perchè l'ambiente non è più disposto ad attendere e vuole vincere sempre e subito.
Guardiamo alla juve: un anno di B e la cessione per far cassa di molti mercenari lo scorso anno, non sono serviti a nulla dal momento che la tifoseria adesso vuole i grandi nomi subito..
Quello che non sopporto è l'ipocrisia di dirigenti e giocatori, quando si parla ancora di "attaccamento alla maglia" o di risibili altre argomentazioni, riferendosi alle scelte di rimanere o lasciare una squadra.
E intanto il silenzio di Kakà continua....
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