Non mi aspettavo un ritorno di fiamma così immediato, ad ogni modo quello che è accaduto fa riflettere. Indipendentemente dal valore del giocatore e da quello che potrà dare.
Certo è vero che la società ci ha marciato, basti vedere come gongolava il Gallianone alla prima conferenza stampa.
Certo l'esagerazione della festa di presentazione è stata una mossa mediatica ad Hoc e ben riuscita.
Certo alcuni giornalisti si sono lanciati in cambi di rotta repentini e un po' patetici. Milanologhi molto esperti in giri di valzer.
Certo che tra i 4000 tifosi osannanti il primo giorno a Milanello il 40% erano under 12 - è giusto che sognino a quell'età - il 40% lobotomizzati tutto calcio e pallone - bastava lombrosianamente scrutarli in tv - in più c'era qualche Sumizzato e qualcuno con la testa sulle spalle.
Tuttavia alla pacchianotta festa di San Siro erano presenti trentamila persone. Una marea.
Credo che significhi entusiasmo vero. Che sia ben riposto non lo so, ma l'entiusiasmo c'è e va oltre le mie previsioni. Alla fine se le contestazioni non solo scemano ma si tramutano in una festa mai veduta negli ultimi anni, significa che l'atteggiamento societario è condiviso dai tifosi. Bastava una scintilla.
Messe da parte le velleita protestatarie della tifoseria rimangono le considerazioni tecniche sul quel che sarà o potrà essere con questi acquisti.
Guardando solo al rafforzamento della rosa non sono negativo come molti dei miei amici.
La società è intervenuta, non come avrei voluto, io ma è intervenuta. Con un piano biennale, a mio avviso, metà - 6/7 acquisti - in questa stagione - più altrettanti spero la prossima per sgrassare definitivamente il parco rottami. Se proviamo a scordarci degli ultimi tre anni e guardiamo asetticamente ogni singolo acquisto - escludendo il Dihhosauro che potrà essere un pacco totale o un super ma è un pezzo in più che voglio lasciar fuori dalle considerazioni - che ha sostituito il giocatore pari ruolo dello scorso anno io individuo sempre un miglioramento. A scalare dal migliore al peggiore - se non altro per questioni anagrafiche - io classifico gli acquisti in questo modo.
1. Flamini. Secondo me è un grande giocatore (c'era Gourcouff l'inutile)
2. Borriello. E' l'unica prima punta fisica e ha qualita. Se mette la testa a posto e la mafietta non gli fa le scarpe io lo considererei titolare. (giocava lo spaesato Gilardino)
3. Antonini. Sarà una sorpresa. (al posto di Ernia Sergihno)
4. Abbiati. Vabbè, meglio di quelli che avevamo (ha tecnicamente sostituito Saponetta Fiori)
5. Zambrotta. Credo sia sul viale del tramonto sarebbe dovuto arrivare tre anni fa. (meglio di Cafu farà senz'altro)
In più c'è il giocoliere brasiliano temo inutile per vincere ma utile per vendere gadgets.
Insomma l'atteggiamento societario non è mutato, e da questo punto di vista le mie critiche alla dirigenza non scemeranno fino a che non assisterò ad una decisa virata.
La mia sensazione è che il progetto futuro non si sia e continuiamo ad inseguire effetti mediatici prima che risultati sul campo.
Inoltre ci sono dei nodi che non mi vanno giù e che mi fanno incazzare. Il Dida rimasto è il primo. Un difensore, mancante, centrale giovane che si integri con Nesta e Kaladze è il secondo.
Un allenatore che difficilmente porterà nuovi stimoli e nuovi schemi il terzo.
Quindi la virata da me sperata, un vero nuovo ciclo, arriverà mai? No.
Mettiamocelo in testa. Il Presidente del Milan si chiama Silvio Berlusconi. Cosa ci si aspetta da lui? Ormai, al massimo, questo. Quindi fino a che rimarra lui al timone dovremo mettere da parte le conduzioni societarie mirate, i giovani da lanciare, progetti a lungo termine, magari cessioni di giocatori che toccano i trenta anni seppur forti, per comprare ventenni.
Il Milan di Berlusconi è fatto di slogan, di ninnoli, di trofei da contare per dire che siamo i più titolati ogni tre secondi, è fatto del monte stipendi più alto della serie A a fronte della rosa che non è la più competitiva della serie A, è fatto dei Pirlo e Gattuso che bussano alla porta e gli si rinnova il contratto fino a quaranta e più anni senza vagliare le offerte possibili. Tutto questo accompagnato però da lusinghieri risultati.
Quindi è meglio accontentarsi di campagne acquisti come queste, perchè temo che le alternative siano gli Oliveira o gli Emerson. Magari uno alla volta.
Insomma spero che arrivi ancora il famoso difensore centrale però non giudico negativo il mercato date le premesse. Il che non vuol dire che gli attribuisco un dieci di voto e faccio i salti di gioia. Però se Ancelotti farà giocare gli uomini giusti - Flamini e Borriello su tutti - sono discretamente fiducioso per un buon campionato.
Su certi altri atteggiamenti societari come ho detto, temo non ci sia nulla da fare. L'alternativa, per chi vuole contrapporsi ad oltranza, è non seguire più la squadra, ne allo stadio ne alla tv e poi non parlarne più. Ma sul serio. Altrimenti si critica agli errori e si gioisce alle vittorie come è sempre stato in questi anni per noi tifosi competenti, appassionati ma non prezzolati.
Critiche feroci accompagnate al solito tifo. Anche perchè in fondo parliamo di un gioco, tale deve rimanere, e di una passione, il Milan, che troppi accadimenti societari e calcistici più in generale hanno cercato di farmi scemare. Non deve passare e provo a tenere duro sperando che la prossima stagione per il Milan sia migliore della precedente.
VAN
6 commenti:
Io cerco sempre di stare nel mezzo, ben fuori dai sumizzati che urlavano a milanello con le tempie gonfie per l'arrivo di dinho, ma non voglio nemmeno fare il disfattista, parlare sempre e solo male di una società, di una squadra e di giocatori che di gioie vere me ne hanno date tante.
L'arrivo di Dinho sarebbe stato uno scandalo se fosse arrivato solo lui e avessimo sentito dire a galliani: "siamo competitivi". Obiettivamente non è andata così.
Abbiati, zambrotta, antonini, flamini e borriello non sono certo 5 scalzacani e soprattutto sono andati a sostituire gente davvero inutile. In più il brasiliano ha dato entusiasmo, una ventata di novità e se gioca come sa darà anche divertimento e risultati.
Anche io preferivo adebayor, ma da qui a considerare totalmente inutile e dannoso finho ce ne passa. Quanto meno voglio aspettare novembre a dichiararlo un bidone.
A proposito di difensori in arrivo. Notizia del giorno la possibilità di un ritorno. Panucci alla corte di Ancelotti.
di tutte le scommesse che da qualche anno piacciono così tanto alla società, questa di ronaldinho forse è la meno azzardata: non è un ultreatrentenne come gli altri, non è già rotto come quasi tutti gli altri, è un giocatore che potrebbe avere ancora energie per voler tornare ad essere tra i numeri 1 al mondo e che per farlo ha voluto fortemente venire al milan rinunciando a più del doppio dei soldi della premier
inoltre tatticamente è un giocatore poco comune nel nostro campionato e in genere nel calcio moderno, dove se non sbaglio per un forse meteorico arshavin un mese fa si sbavava anche in questa sede..
detto questo, credo che il problema della campagna acquisti del milan non sia ronaldinho, ma la confusione estrema della dirigenza; non mi riferirei genericamente al milan di berlusconi come paternità di tale confusione, ricordandoci che per più di un decennio le campagne acquisti del milan sono state degne di un club di primissimo livello mandiale, soprattutto come capacità tecnica di scelta dei giocatori
temo che da qualche anno però i nostri dirigenti abbiano dovuto scontrarsi col fatto che il calcio è cambiato e di conseguenza anche il merecato e non basta chiamarsi milan per avere tutte le porte spalancate
circa la campagna di querst'anno io non sono nè ottimista nè pessimista: come avete detto voi, parte dei cambiamenti sono stati fatti ma io avrei puntato di più sui giovani ed il milan ne aveva parecchi in comproprietà
inoltre il solo borriello come punta fisica è un rischio e la configurazione a 2 o 3 punte o semipunte leggere rischia di pagare dazio sui campi pesanti o contro squadre fisiche come inter e juve ad esempio
spero davvero che la campagna acquisti non sia chiusa davvero, a dispetto delle solite frasi gallianesche la cui attendibilità ormai è pari a zero: speriamo che nei giorni finali dei saldi di agosto, ovvero nel periodo dei disperati e dei pezzenti, qualche prezzo riesca ad essere tirato giù e il nostro pelatone con la disinvoltura che gli è solita, possa tornare a decantarci un ennesimo affarone che solo lui sa fare...
per chi volesse approfondire l'analisi critica della campagna acquisti rossonera, incollo qui di seguito l'articolo di alberto costa oggi sul corriere, che condivido nella sua quasi totalità:
Analisi. Non è così scontata l'operazione di rilancio del fuoriclasse
Ronaldinho dà allegria al Milan,
ma non ad Ancelotti
Cinque motivi di preoccupazione
MILANO — Acquistando Ronaldinho, il Milan ha centrato nel migliore dei modi un obiettivo fondamentale: restituire entusiasmo ad un ambiente depresso. L'impennata degli abbonamenti, la festa di San Siro, i titoloni dei giornali sono infatti la dimostrazione della ritrovata grandeur rossonera. E del resto l'isteria collettiva e un po' kitsch che ha caratterizzato un raduno, quello di Milanello, in cui il momento più alto è stata la citazione di Fabio Volo manco si trattasse di Dostoevskij, non è che la conferma di quale fosse il grado di frustrazione collettiva nei confronti dello strapotere interista.
Tra poco però, passata la sbornia, non ci si potrà esimere dall'analizzare l'affaire Ronaldinho in maniera meno convenzionale perché, lo dice la saggezza popolare, non è tutto oro quello che riluce. Sono almeno 5 le ragioni che dovrebbero indurci a tirare il freno a mano in attesa di tempi migliori, quelli in cui, se mai accadrà (e noi ovviamente auspichiamo che accada), il Gaucho riuscirà a fare la differenza in campo e non solo nel marketing:
1) Ronaldinho ha 28 anni e da due è in caduta libera. Si è mai vista una stella cadente riposizionarsi lungo l'orbita originaria? Non è solo questione di astronomia... I vertici rossoneri, beati loro, non hanno dubbi in proposito: «Ronnie sta dimostrando con i fatti di volersi mettere in gioco... Mi ha detto di voler arrivare al Mondiale in Brasile del 2014» (Adriano Galliani dixit). Raccolte di giornali alla mano, abbiamo scovato vecchie dichiarazioni di Rivaldo, Redondo, Vieri, Emerson e Ronaldo: tutti volevano rimettersi in gioco con la maglia del Milan. E anche Ronaldo, come Ronaldinho, puntava al Mondiale: lui però si accontentava di quello sudafricano del 2010.
2) Ancelotti non gradiva Ronaldinho, il «trecante», mezzo trequartista e mezzo attaccante. La sua prima scelta (giustamente) era un centravanti di peso in area (Adebayor): al Milan manca dai tempi di Bierhoff. Carletto ha fatto buon viso a cattiva sorte ma con Ronaldinho, Kaká e Pato chi la becca di testa? Un altro dei problemi irrisolti resta quello del portiere, come dimostrano i tentativi (vani) di sbolognare Dida e la cessione di Abbiati al Palermo (stoppata dall'interessato). Berlusconi però, dopo avere bocciato un anno fa l'acquisto di Buffon (ancora complimenti), ha deciso che la priorità era un trequartista da aggiungere a Seedorf e Kaká. Allegria.
3) Dopo la figuraccia di Ronaldo con i travestiti, il Milan aveva rinunciato definitivamente alla pista-Ronaldinho. Motivi extracalcistici, collegati alla vivacità di certe abitudini notturne. Cos'è cambiato in un paio di mesi? Il Gaucho ha promesso di farsi frate trappista?
4) Soltanto dopo avere scartato Adebayor perché non piaceva a Berlusconi e dopo avere fallito l'assalto a Sheva che piaceva a Berlusconi, Galliani è stato costretto a puntare su Ronaldinho. Domanda: se mai c'è stato, qual è il progetto tattico che ha contraddistinto la campagna di rafforzamento rossonera? Perché passare con nonchalance da una prima a una seconda punta per poi celebrare l'acquisto di un trequartista, è materia da Guinness dei primati.
5) L'ingresso di Ronaldinho nella repubblica milanista poteva forse essere migliore. Discutibile ad esempio la campagna di stampa per espropriare Seedorf della maglia numero 10. Un po' di rispetto, please. E che dire della sua partecipazione (di Ronaldinho) all'Olimpiade, giustificata (dal Milan) con il fatto che si trattasse di un accordo raggiunto quando il calciatore era «tesserato per un altro club». Peccato, peraltro, che il Barcellona avesse negato il permesso al suo campione. È dunque evidente l'arrampicata rossonera sugli specchi per giustificare il niet olimpico a Kaká e Bonera. Ma siamo così certi che Kaká farà finta di nulla?
Alberto Costa
21 luglio 2008
Serturner, la tua analisi è condivisibile ovviamente. Così come l'articolo di Costa che evidenzia delle criticità esistenti.
quello che intendevo però e che credo fermamente è che noi considerati "criticoni" abbiamo tutti gli elementi per continuare nella nostra strada se guardiamo il respiro del progetto milan. Respiro quasi inesistente.
I problemi portiere, età della difesa, scommesse da vincere con giocatori da recuperare ne sono esempi.
Aggiungo però che bisogna ammettere quanto la società in questo mercato ha cominciato a fare qualcosa di buono. Non abbastanza nei modi (io non avrei preso zambrotta ma uno più giovane, non ronaldihno ma una prima punta) ma qualcosa a fatto che credo verrà completato o nelle prossime settimane o l'anno prossimo alla peggio.
Semmai il vero problema che rimane e fa pensare male sul progetto Milan è la continua e infinita fiducia ad ancelotti. Il meno colpevole dei disastri dello scorso anno, ma il più colpevole nel non saper dare nuovi stimoli a giocatori che lo ascoltan da sette anni. Fino a che non cambieremo tecnico sarà dura parlare di nuovo ciclo vero e proprio.
su questo punto sai che mi trovi completamente d'accordo: sono convinto però che la tanto declamata tradizione milan anche nei tecnici non possa che portare al momento a rischiose scommesse (ad es. donadoni)
quindi almeno per quest'anno è meglio tenersi ancelotti anche se è chiaro che dopo 7 anni un cambio di tecnico è DOVEROSO, in quanto nello sport gli stimoli si esauriscono ben presto e già 4-5 anni nel calcio sono fin troppi per un allenatore
comunque la mia preferenza per il dopo ancelotti va in assoluto per rafa benitez, uno che SICURAMENTE tira fuori il meglio dal gruppo di giocatori che la società gli offre e che sa gestire soprattutto le partite che contano
era l'anno giusto per rifondare, e l'abbiamo perso: si poteva far cassa con le cessioni e avevamo giocatori disseminati tra A e B tali da poter formare una rosa quasi completa e invece ci siamo accontentati di ringiovanire di un paio d'anni facendo schizzare il tetto ingaggi con una rosa che è decisamente un lusso per puntare 'solo' allo scudetto.
Considero la Champions fortemente condizionante negli acquisti (vedere la juve e i viola che hanno ricominciato ad indebitarsi). Noi e il Bayern dello scorso anno siamo un' eccezione all'austerità uefiana.
Certo se ci fosse stata l'inter perdente degli scorsi anni, un allenatore convincente per sostituire carletto magari la rifondazione l'avremmo anche vista... Boh
ziubello credo abbia ragione. Era l'anno giusto per rifondare e non è stato fatto.
Il probbema è che se è mancato il coraggio dopo un 5 posto, una eliminazione precoce in champions dopo una stagione casalinga da ridolini e considerando che abbiamo un allenatore che ha passato il punto didi esaurimento stimoli (4-5 anni al massimo sulla stessa panchina è per me un limite invalicabile) e con dei giocatori sul viale del cottume che si poteva pensare di cedere,mi domando....quando verrà ancora l'anno giustio per rifondare?
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