
Divertiamoci un pochino con i cugini intertristi.
Quello che sta accadendo nelle ultime giornate, Derby e Siena, ha il sapore antico dei mitici PSICODRAMMI a tinte nerazzurre.
Ne abbiamo visti molti di questi drammi e ci siamo molto divertiti, ma ultimamente dagli scudetti di cartone in poi, sembrava che la seconda squadra di Milano fosse diventata un’armata invincibile. Solo in Italia ovviamente, perché in Europa, dove conta la propria forza anche mentale e serve avere un gioco decente e una certa personalità, i nostri cugini rasentano sempre lo zero assoluto.
Certo che per un armata invincibile doversi sudare un campionatino fino all’ultimo respiro è un po’ strano. Loro, gli inventori del calcio, che tornano scornati ben due volte quando già stavano stappando lo champagne, loro con il futuro vincitore dei prossimi 180 palloni d’oro che invece che combattere per la squadra è da tempo a casa a preparare l’Europeo, loro con il Matrix diventato l’idolo della curva che guarda caso gli rovina tutto con un insieme di disastri condensati nei 90 minuti più importanti della stagione, loro che litigano per tirare un rigore, loro con un allenatore che dopo l’uscita di coppa si dimette anzi no, anzi si, anzi forse, loro che ora hanno la peppa nelle braghe e rivedono il 5 Maggio, loro che…...insomma loro che sono interisti, come possono soffrire così?
Ad ogni modo se è vero che la stampa è molto generosa con Morattone ed i suoi e gli perdona tutto, compresi gestacci e cadute di stile che ad altri non sono permessi, è anche vero che questo piccolo blog non fa certo parte della stampa sportiva.
Quindi si può raccontare tutto quello che è ben visibile ad ogni “non” tifoso nerazzurro.
Io provo a raccontarlo in due righe.
L’Inter non ha un impronta di gioco, basa tutto sulla forza fisica e segna nove decimi dei suoi gol su palla inattiva. Non è un demerito, vorrei io avere al milan fior di stangoni sui corner, però non parliamo di gioco. In Europa, dove i nodi vengono al pettine, non danno segni di vita.
L’Inter è da Dicembre – derby di andata – che mostra un’involuzione palese. Gli infortuni sono un alibi parziale per chi si vanta di avere una rosa di 28 elementi, e se vogliamo dirla tutta, la Roma meriterebbe maggiormente lo scudetto. In parecchie occasioni sono fioccati rigori quantomeno dubbi che hanno permesso ai cugini di incamerare vittorie contro squadre da retrocessione – Parma, Empoli – o gol in fuorigioco – Catania – che hanno regalato il medesimo effetto. Lasciare l’Inter in vetta. Fino a che la distanza con i lupacchiotti è rimasta di 6-7 punti, da Roma si levavano timide proteste. Ora che gli alitano sul collo, le recriminazioni crescono.
L’Inter nei momenti di difficoltà è tornata quella di sempre con reazioni spropositate e psicodrammi collettivi. Il macabro balletto sul rigore di domenica, con relativi “vaffa” e “controvaffa” metaforici e non, ne è solo l’ultimo esempio.
Detto questo e sorvolando sulle intercettazioni di oggi che mi paiono bufale, dichiaro ufficialmente che i cugini potranno finalmente festeggiare, perché domenica, pur sudando, si porteranno a casa questo benedetto scudetto.
Buona gufata a tutti…
VAN
1 commento:
questa è una buona notizia!!!
vista l'ufficialità, incollo per intero il comunicato
SEMPRE NEI NOSTRI CUORI
16/05/2008 13.57.00
Un pezzo di Brasile ha iniziato a salutare i tifosi rossoneri, oggi, in diretta su Milan Channel. Cafu e Serginho domenica daranno l'addio al pubblico di San Siro che li ha sostenuti in questi anni in maglia rossonera.
MILANELLO - Queste le dichiarazioni rilasciate da Marcos Cafu e da Serginho nel corso della trasmissine 'Segni Particolari', andata in onda oggi su 'Milan Channel':
Marcos Cafu:
"Cinque anni fa ho scelto di venire al Milan perchè sapevo che si trattava di una società seria, importante e che qui avrei potuto dimostrare tutto quello che avevo precedentemente imparato nel mio passato calcistico. Ho vissuto cinque anni meravigliosi in cui sono riuscito a conquistare tutto. Mi rimarrà per sempre un ricordo incredibile. Quando sono arrivato nell'estate del 2003, il Milan aveva appena conquistato il titolo di Campione d'Europa nella finale di Manchester ed oggi il Milan è ancora per pochi giorni Campione D'Europa a seguito della finale di Atene. Con il Milan abbiamo conquistato tanti titoli, in questi cinque anni siamo anche diventati anche Campioni del Mondo, Campioni d'Italia. Credo che dentro di me rimarrà per sempre questa allegria per tutti i titoli che ho vinto qua insieme ai miei compagni. E' arrivato il momento di partire, è triste, dura, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivata l'ora di tornare a casa, di tornare in Brasile dalla mia famiglia. I miei figli si sono trovati bene qui in Italia, soprattutto qui a Milano.
Quando sono arrivato al Milan ho trovato il mister Carlo Ancelotti che anche lui ha conosciuto l'ambiente romanista. Alla prima partita a Roma c'era la curiosità di vedere la reazioni nei nostri confronti da parte dei tifosi giallorossi. A Roma ho trascorso sei anni meravigliosi, ho conquistato il titolo di Campione d'Italia, e quello che mi rimarrà sia dei tifosi romanisti che di quelli rossoneri, è sicuramente uno splendido ricordo.
Sono giunto al momento dei saluti, non so se quando sarò in Brasile giocherò ancora. Domenica sarà la mia ultima partita, non so se il mister mi farà giocare o meno, ma sarò pronto per questo importante impegno che non sarà solo la mia partita d'addio, ma una gara importante per il Milan. Carlo Ancelotti potrà contare su di me su tutti i fronti. Non sarà facile salutare i tifosi che mi hanno accolto in una maniera fantastica, spero di non aver deluso nessuno. Continuerò comunque a fare il tifo per il Milan.
Nella mia carriera ho conquistato trentadue titoli, è certamente una bella soddisfazione sia dal punto di vista personale che dal punto di vista professionale. Questo significa che la mia carriera è stata vittoriosa, ho vinto tutto e ne sono davvero felice."
Serginho:
"Dopo il problema alla schiena che mi ha coinvolto due anni fa non sono mai riuscito a ritornare al mio massimo livello, per cui credo sia giunto il momento di salutare la squadra. Sono arrivato al Milan nell'estate 1999 insieme a Gattuso e a Shevchenko, avevo ventisette anni, sono trascorsi nove anni splendidi e devo ringraziare la società, i tifosi per il fantastico ambiente che mi ha accolto qui. Al Milan sono riuscito anche a trovare un pezzo di Brasile in Italia, ed è stato stupendo.
In questi due anni ho sofferto perchè la mia schiena mi ha impedito di mantenere il mio livello, ho provato in tutte le maniere, non sono riuscito. Oggi che ho trentasei anni, in passato non avevo mai avuto alcun problema e ho deciso di accettare questo problema e di tornare a casa.
Ringrazio il Milan per quello che ha fatto in questi nove anni, io mi sono sempre impegnato al massimo e ho dedicato tutto me stesso a questa maglia. Anche Silvio Berlusconi mi ha dimostrato la sua stima e questo mi dà un piacere immenso perchè non è facile accontentare una persona così esigente.
Ero venuto al Milan con il fine di compiere una missione, ad oggi questa è compiuta e con molta serenità accetto che la mia carriera sia finita. Domenica sarà per me un momento difficile perchè ormai San Siro è la mia casa e tutti i tifosi hanno sempre dimostrato di seguire il gruppo. Tutti gli adii sono difficili, ma io personalmente sono tranquillo per quello che ho fatto e ho creato per questa squadra. vado via con la tranquillità di avere dato in ogni occasione il cento per cento delle mie possibilità e proprio perchè oggi nono posso più dare questo cento per cento, credo che la decisione più intelligente sia quella di andare via."
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