
Per una volta parliamo di basket, la mia vera passione. L’olimpia ha sempre diritto d’inserimento in questo blog anche per levarsi un attimo dalla morsa Berlusco-galianesca che in questi giorni potrebbe portare come unica novità…Cissokho. Il circo continua.
E che basket sia dunque .
Il campionato è finito nella maniera più scontata, ma l’essere arrivati in finale, dopo aver giocato un’ottima Eurolega, lascia molto soddisfatti e consapevoli che questo gruppo di giocatori ha dato il massimo che poteva. Sulla carta, guardando semplicemente il roster, anche più di quello che poteva almeno come risultato finale.
La società ha lavorato bene, al contrario di un altro caso a noi caro mi verrebbe da dire.
Giorgio Armani ha fatto le cose seriamente, mettendo gente valida come Proli e Zanca ai vertici e garantendo un progetto pluriennale. Quello che si è creato a livello organizzativo con i giovani, in modo da far crescere la passione del basket a Milano, in città non si era mai visto.
Ovvio che partendo da zero, in sede di mercato e costruzione della squadra si son fatti degli errori, però limati dall’aver sempre creduto nel gruppo senza disfarlo alle prima difficoltà.
L’esempio è Mike Hall, cui chiedo umilmente scusa per averlo poco considerato ad inizio stagione. Pur con tutti i suoi limiti fisici, in realtà è un 3e mezzo che gioca da 4 e questo spesso lo si paga, è riuscito a diventare un beniamino del pubblico e a crescere costantemente di rendimento. Quando a Novembre si parlava di taglio, io lo avrei tagliato, invece Bucchi ha creduto in lui avendo ragione.
L’errore che ora non devono commettere è pensare che l’essere arrivati secondi dietro l’imbattibile Siena possa far ritenere questa rosa già fortissima e completa. Non lo è.
Inutile nasconderci che molte magagne son venute fuori e l’essere arrivati in finale è stato anche dovuto ad un pizzico di fortuna con gli abbinamenti nei play-off. Fossimo finiti dall’altra parte del tabellone saremmo forse usciti nei quarti contro Virtus o Benetton che come squadre non sono sulla carta più deboli di noi, anzi.
Ai detrattori bisogna però far notare il nostro punto di forza che magari altre compagini, sulla carta competitive quanto o più di noi, non sono riuscite ad esprimere. La forza del gruppo, la voglia di non mollare mai, la tenacia. Questo conta più di molte valutazioni tecniche. Noi lo abbiamo sempre messo in campo, altri no.
Godiamoci quindi questa ottima stagione con gli obbiettivi massimi raggiunti, tra cui l’Eurolega garantita per tre stagioni, ben consapevoli che per arrivare di nuovo a vincere, portando trofei a Milano, c’è ancora molto da fare.
Sia perché in Italia c’è una montagna da scalare che al momento è insormontabile, Siena, sia perché ci sono chiari interventi sul mercato da operare.
Proviamo a dare qualche consiglio.
Un vero play perché Price ha deluso e Vitali, a cui si può dare ancora fiducia, non è apparso pronto e ha caratteristiche troppo atipiche.
Una guardia tiratrice che sia pi affidabile di Thomas e che possa sgravare Hawkins, il vero leader della squadra, da eccessive responsabilità offensive.
In numero 4 bidimensionale al posto di Katelynas. In quel ruolo siamo carenti pur volendo dar fiducia al già citato Hall, dobbiamo aggiungere kg e centimetri oltre che comunitari dato le nuove regole.
Un pivot di affidamento, forte, che faccia da punto di riferimento. Al momento ne abbiamo ben cinque se vogliamo tutti validi ma nessuno che dia certezze, vuoi per gli acciacchi, vuoi per limiti fisici. Francamente per la panchina andrebbero tutti bene ma e bastano due. Proviamo a citare Rocca, pretoriano di Bucchi, e Mourice Taylor, dalle grandi potenzialità una volta sistemato fisicamente. Entrambi sono “italiani” quindi preferibili nella scelta.
Quattro acquisti mirati quindi per avvicinare il progetto auspicato dalla società cioè di vincere entro tre anni. Il primo è passato, la prossima stagione dobbiamo fare un’ulteriore salto di qualità.Consapevoli di trovarci in una strana situazione perché pur migliorando e di molto la squadra potrebbe essere difficile superare i traguardi raggiunti oggi.
Ma lo sport è bello così.
VAN
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